Intelligenza emotiva: quando le emozioni fanno la differenza.
Cos’è l’intelligenza emotiva?
È un aspetto dell’intelligenza che si è sviluppato nel corso degli anni ‘90 e che riguarda la capacità di riconoscere e gestire le emozioni proprie ed altrui in modo consapevole essendo cioè coscienti che queste influenzeranno anche gli altri. Questo concetto è stato concepito dai professori Salovey e Mayer nel 1990 ma è stato poi ripreso, sviluppato e reso più conosciuto da un libro pubblicato dal giornalista scientifico e psicologo Daniel Goleman nel ‘95. Questo è il motivo del perché si possono trovare due “schemi” di intelligenza emotiva.
Ma perché mai dovrei lavorare sulla mia intelligenza emotiva?
Ecco perché l’intelligenza emotiva è importante.
L’intelligenza emotiva è una parte dell’intelletto molto importante. Ci aiuta a formare relazioni più forti e durature e anche ad avere successo nel mondo lavorativo. Basta pensare a come negli ultimi tempi siano emersi diversi corsi che si focalizzano sulle “soft skills” o competenze trasversali.
Un leader che voglia avere successo deve essere in grado di gestire i conflitti, comunicare in modo efficace ed entrare in empatia con il proprio team e, per farlo, deve avere buone capacità di intelligenza emotiva.
Tre capacità fondamentali per avere successo.
Oltre alle competenze che abbiamo nominato prima, i fattori che caratterizzano una persona con una buona intelligenza emotiva sono:
- un buon vocabolario emotivo: la persona è capace di parlare, spiegare e quindi gestire le proprie emozioni;
- curiosità e adattabilità: la persona riesce ad adattarsi alle diverse situazioni e ai contesti senza troppe difficoltà, anzi ne è incuriosita e le affronta senza paura;
- indipendenza: l’indipendenza in questione è quella dal giudizio altrui. La persona conoscendo bene le sue emozioni è in grado di saper tracciare una linea oltre la quale non farsi influenzare.
L’intelligenza emotiva si può sviluppare?
La risposta è sì. Può essere che una persona sia naturalmente più portata ad avere un’alta intelligenza emotiva ma ci sono alcuni accorgimenti che puoi seguire. Serve tempo, e l’aiuto di uno specialista della psiche non guasterebbe, ma puoi comunque provare a cominciare seguendo questi tre punti:
1- Dai il giusto nome alle cose.
Quante volte hai detto: “ho le farfalle nello stomaco, ho un nodo in gola”. Dovresti invece cominciare ad usare termini come: sono felice, triste, ansioso/a, sorpreso/a e così via. Magari potrebbe esserti utile fare qualche ricerca su internet per ampliare il tuo vocabolario emotivo. In questo modo conoscendo meglio le diverse emozioni che stai provando sarai anche più in grado di capirle, gestirle e sarai in grado di comunicare più efficacemente con gli altri.
2- Analizza come le emozioni influenzano il tuo giudizio.
Facciamo un esempio: sei triste per qualche motivo e ti viene proposta un’attività in cui potresti avere successo oppure fallire. La tua tristezza potrebbe portarti a vedere come più probabile il secondo esito e finirai con il rifiutare perdendo l’opportunità di fare nuove esperienze, imparare e crescere o di avere successo. Per questo, gestire in modo corretto le tue emozioni, ti permette di fare scelte consapevoli.
3- Prendi coscienza delle emozioni degli altri.
Oltre ad essere un buon esercizio per riconoscere le tue emozioni, questo punto ti aiuterà ad evitare discussioni ed incomprensioni inutili. Se fai attenzione alle emozioni degli altri potrai capire perché hanno fatto una scelta o hanno detto quelle parole invece di altre. In questo modo potrai gestire meglio anche le tue emozioni e le tue azioni a seconda di ciò che hai “percepito”.
Speriamo che tu possa trovare i consigli di questo articolo utili e che li possa usare nella vita di tutti i giorni.
Bioton è sempre qui per sostenerti, sia con gli articoli che puoi trovare sul nostro blog, sia con la linea dei nostri integratori, tra cui puoi trovare Bioton Vitamine e Minerali, l’integratore multivitaminico con 12 vitamine, 4 sali minerali e arricchito con Ginseng, Mirtillo e Pappa reale.
Utile in caso di aumentato fabbisogno nei periodi di stress psicofisico, periodi di attività fisica e lavorativa intensi, periodi di scarso apporto di nutrienti con la dieta, cambi di stagione, convalescenza.