La solitudine può essere una cosa positiva?

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Con l’avvicinarsi delle feste c’è un divario che si fa più profondo: la gioia del passare le feste in compagnia e la tristezza del doverle passare in solitudine. Ma la solitudine di per sé, è sempre necessariamente una cosa negativa? In questo articolo proveremo a vederla sotto diversi punti di vista.

Cos’è la solitudine e cosa comporta.

La solitudine è uno stato d’animo o un sentimento soggettivo. Questo vuol dire che una persona può sentirsi sola quando è effettivamente isolata dagli altri ma anche quando è circondata da amici e familiari. L’isolamento a sua volta può essere una conseguenza del secondo caso. La persona, sentendosi sbagliata o incompresa dagli altri, prende le distanze dalle relazioni, di fatto auto-isolandosi. Perché succede?

Potrebbe essere causata da una mancanza di autostima che si accentua in fasi della vita di transizione: durante l’adolescenza, nelle persone che non sono più giovani ma nemmeno vecchie, oppure ancora nelle persone che sono alla fine del ciclo della vita.

Ci possono anche essere momenti in cui ci stacchiamo volontariamente dagli altri. Ogni tanto fa bene, ma questo è un discorso che affronteremo dopo. Ci sono casi però in cui questo isolamento non è voluto, vediamo ora come affrontarlo.

Quando arriva la solitudine senza essere stata invitata.

La solitudine e l’isolamento potrebbero presentarsi di punto in bianco a causa di fattoriesterni”. Potrebbero essere causati dalla perdita di una persona cara che è venuta a mancare o dalla fine di una relazione. Per superare queste situazioni datti pure tempo e spazio per provare le tue emozioni. Saranno poco piacevoli ma ignorarle e nasconderle non farebbe altro che peggiorarle.

Ad un certo momento dovrai affrontare un nuovo ciclo: accettare quello che è successo e voltare pagina. Concentrati su di te e continua ad andare avanti: non puoi lasciarti fermare da chi, nel bene o nel male, non c’è più. Prendi l’iniziativa e rimettiti in gioco incontrando persone nuove oppure, se ne hai la possibilità, circondati di quelle più care. Ecco che emerge un’altra causa esterna della solitudine: la distanza fisica tra una persona e la famiglia e/o gli amici. Qui valgono tutti i discorsi appena fatti ma in più bisogna ricordare che, nonostante non si riesca ad essere fisicamente presenti, siamo lì con lo spirito e con il cuore. Inoltre, possiamo essere agevolati dalle nuove tecnologie che, se sfruttate in modo costruttivo, possono accorciare le distanze tra le persone, ad esempio con le video chiamate.

Può invece essere che siamo noi stessi ad isolarci autonomamente, magari senza nemmeno accorgercene, per paura di soffrire o per un senso di inadeguatezza verso gli altri.

Questo tipo di solitudine però è un sentiero scivoloso da risalire. È “facileisolarsi ma con il passare del tempo è sempre più difficile ritornare al punto di partenza perché potremmo auto-convincerci che la solitudine è la scelta migliore e stiamo bene così. L’isolamento però ci farà soffrire e perdere fiducia in noi stessi e porterà con sé solamente altra paura e timori che ci bloccheranno in questo limbo.

Per uscircene potremmo partire dal trovare amicizie sincere. Che si abbia un gruppo di persone attorno o che siamo totalmente isolati bisogna trovare le persone giuste. Come?

Un consiglio è partire dai tuoi interessi. Cerca e frequenta luoghi, che siano fisici o virtuali, in cui ci sono persone che condividono i tuoi stessi hobby e i tuoi stessi valori. In questo modo ci sarà sicuramente un punto d’incontro e di partenza per ricominciare a socializzare e, potenzialmente, per trovare amicizie nuove, sincere e profonde.

La solitudine può essere piacevole.

Per spiegare meglio il titolo che hai appena letto servono due parole inglesi: loneliness e solitude. In italiano vengono semplicemente tradotte entrambe in solitudine, in realtà esprimono due concetti nettamente diversi.

Loneliness è prettamente negativo. Questa solitudine è quella di cui abbiamo parlato prima. Quella che ci fa stare male e che non cerchiamo volontariamente.

Al contrario potremmo trovare piacere nel stare da soli con noi stessi, nell’avere dei momenti in cui rilassarci e dedicarci a cose che ci piace fare. Quello è il significato di solitude, una solitudine voluta e creata volontariamente.

Nel secondo caso quindi, la solitudine è bella. Anzi, a volte la cerchiamo addirittura per poterci “ricaricarepsicologicamente ed emotivamente. Potremmo infatti avere dei momenti in cui non abbiamo né la voglia né le energie per interagire con gli altri. Ovviamente questo discorso è relativo: non tutti infatti siamo predisposti a restare soli per lunghi periodi, dipende dal carattere della persona. C’è chi si ricarica interagendo con gli altri e chi si ricarica ritirandosi in sé stesso.

Quindi, se siamo in grado di gestirla, la solitudine diventa un momento bello e costruttivo, per conoscerci meglio, per dedicarci a noi stessi e ai nostri interessi.

In conclusione possiamo dire che rimanere soli può portare a raggiungere stati di benessere ma, se la solitudine non è voluta, prenderà un’accezione contraria portando la persona a provare sensazioni negative che potrebbero sfociare anche in depressione. In questo caso è opportuno rivolgersi ad uno specialista della psiche per individuare e risolvere il prima possibile ciò che causa questo disagio.

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